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Nel mondo del retail, la digitalizzazione è spesso più un’aspirazione che una realtà concreta. Tra linguaggi lontani, strutture rigide e modelli mentali datati, l’innovazione fa fatica a entrare davvero nelle aziende. Eppure, esistono casi in cui il cambiamento prende forma – senza slogan, senza buzzword, ma con metodo, cultura e risultati tangibili.
Uno di questi casi è quello raccontato da Davide Basile, Chief Marketing & Digital Officer del gruppo Miriade, in un’intervista che merita attenzione per chiunque lavori nel marketing, nella digital strategy o nella trasformazione aziendale.
Il problema non è la tecnologia, ma il contesto culturale
Basile parte da un punto fermo: «Non puoi introdurre l’innovazione se prima non hai costruito una cultura che la comprenda». Questo vale doppio per le aziende con una forte identità fisica, come Miriade – nata nella distribuzione wholesale, passata al retail fisico, approdata al digitale solo in tempi recenti.
L’approccio adottato? Quello che il Prof. Mohan Sawhney definisce Absorb Digital Strategy: non una strategia digitale a sé stante, ma l’integrazione del digitale all’interno delle strategie aziendali già esistenti. Per farlo, serve evangelizzazione. Serve formazione. Serve tempo.
Il valore del quick win: l’AI che scrive le schede prodotto
Un esempio concreto? La gestione delle descrizioni prodotto per l’eCommerce. Con oltre 25.000 SKU all’anno da coprire, il processo manuale era oneroso, lento e poco scalabile. Basile e il suo team hanno sviluppato un sistema basato su AI generativa e prompt engineering avanzato, integrato con gli RPI aziendali.
Risultato: costi abbattuti, tempo ridotto, maggiore uniformità. Un classico quick win che non solo ha mostrato il valore dell’innovazione, ma ha creato un precedente positivo in azienda, utile per legittimare investimenti più ambiziosi.
Ridurre i resi (e l’impatto ambientale) con l’AI nel fashion
Altro caso d’uso: la riduzione dei resi e-commerce nel brand Jaked, grazie all’integrazione di Nights Fit, tool AI per il body matching intelligente. Con l’inserimento di pochi dati (età, peso, altezza, genere), il sistema suggerisce la taglia ottimale, riducendo il tasso di reso del 12%.
Ma l’effetto più interessante riguarda il comportamento d’acquisto: lo scontrino medio cresce, così come il conversion rate. L’intelligenza artificiale, in questo caso, non migliora solo l’efficienza operativa ma anche la customer experience.
Il futuro è nella fusione fisico-digitale
Secondo Basile, il futuro del retail è la totale integrazione tra fisico e digitale. Niente più team separati per “eCommerce” o “negozio”, ma una visione unica, fluida, iper-personalizzata, in cui il marketing è digitale per definizione.
E non si parla solo di strumenti o canali, ma anche di processi decisionali, forecasting dei trend, ottimizzazione di stock e pricing. Il vero potenziale dell’AI non è la content creation, ma la decision intelligence.
Il consiglio finale: iniziare dalle persone, non dalla tecnologia
Il rischio maggiore, oggi, non è quello di non innovare. È quello di innovare male. Davide Basile lo dice chiaramente: “Il cambiamento non si improvvisa, va progettato, guidato e comunicato. E si parte dalle persone.”
Senza cultura, senza partecipazione, senza coinvolgimento attivo dei team, nessuna tecnologia avrà un impatto reale. La vera trasformazione è umana, prima che digitale.
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