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Con un’operazione tutta in contanti da 1,38 miliardi di dollari, la milanese Bending Spoons ha annunciato il 10 settembre 2025 l’acquisizione di Vimeo, piattaforma video nata a New York nel 2004 e quotata al NASDAQ dal 2021.
Il deal prevede 7,85 dollari cash per azione, pari a un premio del 91% sulla media ponderata a 60 giorni e a un +63% sull’ultimo prezzo di chiusura, e sancisce la futura uscita di Vimeo da Wall Street entro fine anno.
Per l’ecosistema tech italiano, si tratta della più grande operazione mai registrata da un player nazionale sullo scenario globale del software.
Perché Vimeo ha ceduto il passo
Vimeo era nato come alternativa creator-friendly a YouTube, ma il modello consumer-advertising non ha mai davvero preso quota. Dal 2020 la società ha sterzato su enterprise video, live streaming e tool SaaS, rincarando il pricing e puntando su funzionalità AI sotto la guida del CEO Philip Moyer.
L’ascesa post-pandemia ha però lasciato il posto a ricavi stagnanti, ristrutturazioni (-10% di organico a settembre) e una market cap crollata del 90 % rispetto al debutto in Borsa.
Quando Bloomberg anticipò nel 2024 l’interesse di Bending Spoons, la domanda non era più se, ma quando arrivare alla vendita.
Il disegno strategico di Bending Spoons
Fondata nel 2013 e nota al grande pubblico per app come Immuni e Remini, Bending Spoons ha costruito un portafoglio di asset digitali che oggi include Evernote, WeTransfer, Meetup e Brightcove.
La strategia è costante: acquisire brand con community globali, ristrutturarli con disciplina operativa e rilanciarli con nuove funzioni alimentate dall’AI. Con Vimeo il gruppo entra in una categoria-core, la distribuzione video professionale, completando la filiera creativa già presidiata da editing (Remini) e file sharing (WeTransfer).
Secondo il CEO Luca Ferrari l’obiettivo è “investire in US e mercati prioritari, portando performance e affidabilità a livelli stellari” e continuare a rilasciare feature AI “responsabili”. La stessa visione di ownership “permanente” – possedere le società senza exit programmata – è ormai un marchio di fabbrica della scale-up lombarda.
Implicazioni competitive nel mercato video
Il video B2B è un’arena dominata da colossi cloud (AWS, Google, Microsoft) e specializzati come Brightcove e Kaltura. Grazie ai 300 milioni di utenti mensili del portafoglio Bending Spoons, Vimeo potrà contare su cross-selling e costi di acquisizione più bassi.
Al tempo stesso il nuovo proprietario dovrà:
- Sostenere gli investimenti in bandwidth e CDN per live streaming senza l’ossigeno del mercato dei capitali,
- Evitare la fuga dei grandi clienti enterprise che oggi pagano per uptime garantito,
- Bilanciare le attese delle community creator – storicamente allergiche a tagli e price hike – con la ricerca di margini.
Gli analisti prevedono una fase iniziale di “razor-sharp focus on revenue generation” e potenziali nuovi round di licenziamenti, replicando lo schema già visto post-acquisizione di Evernote.
Cosa cambia per imprese e creator
Per le aziende, l’unione Vimeo-Bending Spoons potrebbe significare:
- Pacchetto all-in-one: dal video hosting al knowledge management (Evernote) fino al file sharing di grandi asset (WeTransfer).
- Più AI, meno complessità: il know-how di Remini in generative AI e di Brightcove in video analytics sarà confluente nei workflow Vimeo.
- Roadmap più rapida: una governance privata riduce i vincoli di comunicazione trimestrale verso il mercato, accelerando i rilasci.
Per i creator professionisti rimane il punto di domanda sui prezzi: la logica SaaS di Bending Spoons privilegia l’espansione ARPU e potrebbe inasprire le soglie dei piani free, come già successo su Evernote.
Rischi e sfide
- Finanziamento: l’operazione è la più impegnativa nella storia di Bending Spoons; dopo il venture debt da 500 mln € dell’agosto 2024 si prevedono ulteriori emissioni per sostenere capex e M&A.
- Integrazione: unire culture statunitensi e italiane richiederà leadership interculturale e governance distribuita.
- Regolatorio: la delisting semplifica, ma le autorità antitrust UE-US vigileranno su possibili concentrazioni nel mercato enterprise video.
Uno sguardo avanti
L’acquisizione di Vimeo segna un cambio di passo per l’innovazione europea, dimostrando che un player nato a Milano può ingaggiare e vincere partite da miliardo di dollari in settori dominati da big tech USA. Per i C-level delle aziende tradizionali, il messaggio è chiaro: la competitività passa dall’orchestrare piattaforme e non solo progetti.
Conclusioni
Bending Spoons ha ora fra le mani un brand con forte equity e una base enterprise globale, ma anche una traiettoria operativa complessa.
Se riuscirà a integrare AI, community e monetizzazione senza sacrificare la user experience, potrà impostare un nuovo benchmark europeo nel video cloud. In caso contrario, la storia di Vimeo rischia di trasformarsi in un’ennesima exit “difensiva”.
In ogni caso, il deal rappresenta un segnale forte per chi guida la tecnologia in impresa: le scale-up europee possono – e devono – giocare partite di acquisizione strategica per creare campioni globali.