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Il Customer Support visto dai CTO
Chi guida la tecnologia in azienda tende a vivere il Customer Support come un tema operativo. Ticket, SLA, escalation, incident management: il focus è sull’efficienza, sulla velocità di risposta e sulla riduzione dei costi.
Ma per chi ha responsabilità di leadership tecnologica, questo approccio è miope. Il supporto non è un “after sales” da gestire a margine: è un punto nevralgico della Customer Experience e quindi del business. Il modo in cui viene erogato può rafforzare o indebolire la fiducia nel prodotto, nei team e nell’azienda stessa.
In questo episodio di Pionieri del Tech con Angelo Vidi, Chief Experience Officer di Move Forward, abbiamo affrontato il tema da un’angolazione inusuale: quella della filosofia giapponese. Due concetti in particolare – Omoiyari e Omakase – si rivelano straordinariamente utili per ripensare il ruolo del supporto nelle organizzazioni tecnologiche.
Omoiyari: empatia strutturata
La parola “Omoiyari” unisce i termini “pensiero” e “dare”: significa letteralmente preoccuparsi di ciò che prova l’altro. Applicato al supporto clienti, equivale a smettere di ragionare in modo reattivo (un ticket, una risposta, una chiusura) e passare a un modello proattivo.
Per un CTO questo significa integrare nell’organizzazione pratiche che vadano oltre la risoluzione tecnica:
- Comprendere il contesto del cliente, non solo il bug o il malfunzionamento.
- Anticipare i problemi grazie a strumenti di monitoring, feedback continuo e retrospettive.
- Educare e abilitare gli utenti, così da ridurre l’ansia e prevenire nuove richieste.
Omoiyari, quindi, non è solo empatia individuale: è empatia resa sistemica tramite procedure, framework e formazione.
Omakase: fiducia come traguardo
Chiunque abbia cenato in Giappone conosce l’espressione “Omakase”: significa “mi affido a te, scegli tu per me”. Nel contesto aziendale è il momento in cui il cliente smette di vedere il supporto come una stampella e inizia a riconoscerlo come guida affidabile.
Il parallelo per i CTO è immediato: costruire un’organizzazione di supporto tale da meritarsi la fiducia totale del cliente. Fiducia che si traduce in:
- Maggiore tolleranza verso piccoli errori o ritardi, se gestiti con trasparenza.
- Deleghe più ampie su roadmap, soluzioni e upgrade tecnologici.
- Opportunità di cross-sell e referral spontanei.
L’Omakase non si ottiene dall’oggi al domani: è il risultato di coerenza, comunicazione chiara e un percorso costante di “enablement” che porta il cliente a sentirsi competente e sicuro.
Reclami e incidenti come opportunità strategiche
Un reclamo mal gestito può distruggere mesi di lavoro. Ma se affrontato con la logica di Omoiyari e Omakase diventa un’occasione unica di fidelizzazione.
Per i CTO e Tech Leader, significa:
- Trasparenza radicale: spiegare senza filtri cosa è successo, quali sono i tempi di risoluzione e quali azioni correttive verranno prese.
- Gestione dell’ansia: aggiornamenti costanti, anche brevi, che evitano al cliente di dover rincorrere informazioni.
- Learning loop: ogni incidente alimenta framework e playbook, riducendo il rischio di ripetizione.
Questo approccio è molto più di un “nice to have”: diventa una leva strategica perché trasforma la percezione del cliente. Un errore gestito bene può creare più fiducia di un progetto filato liscio.
Framework, non burocrazia
Uno dei rischi maggiori è confondere procedure con burocrazia. I framework interni non devono essere vincoli, ma strumenti per rendere scalabile l’empatia.
Per un CTO, questo significa progettare:
- Playbook replicabili per l’onboarding, le escalation e la gestione dei momenti critici.
- Strumenti di training continuo che non siano optional a pagamento, ma parte integrante del servizio.
- Formazione empatica dei team: non solo skill tecnici, ma anche comunicativi e relazionali.
Quando le regole diventano un ostacolo all’esperienza cliente, vanno riviste. La metrica non è la compliance interna, ma la fiducia esterna.
Customer Support come leva competitiva
Molti CTO ancora vedono il supporto come un tema marginale rispetto a roadmap, architetture e scalabilità. Ma in realtà è una delle poche aree che incidono contemporaneamente su:
- Retention: clienti soddisfatti restano più a lungo.
- Expansion: clienti fiduciosi sono più propensi a cross-sell e upsell.
- Referral: clienti stupiti dal supporto diventano ambasciatori spontanei.
L’investimento iniziale può sembrare oneroso, ma a livello di P&L è chiaro: meno ticket, meno escalation e più fiducia generano ROI nel medio-lungo periodo.
Il ruolo del CTO: architetto dell’esperienza
Il messaggio per i Tech Leader è semplice: il Customer Support non è un reparto “di dopo”, ma un’estensione diretta della strategia tecnologica.
Il compito del CTO non è solo garantire uptime e performance, ma progettare un’organizzazione che sappia prendersi cura dei clienti in modo scalabile e umano. Omoiyari e Omakase non sono concetti esotici, ma pratiche concrete per chi guida la tecnologia con responsabilità strategica.
In un mercato in cui le tecnologie si copiano rapidamente e i prodotti si assomigliano sempre di più, la vera differenza la farà la qualità della relazione con il cliente. E quella relazione passa dal supporto.