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In un’epoca in cui la parola “innovazione” rischia di diventare un’etichetta vuota, la testimonianza di Marco Broggio – Chief Solution Officer di Intesa, a Kyndryl Company – restituisce una visione concreta e consapevole della trasformazione digitale.
Con una carriera che parte dal mondo startup e attraversa progetti europei di digitalizzazione nei grandi gruppi finanziari, Broggio ci accompagna in un viaggio che tocca tre pilastri dell’innovazione: tecnologia, identità digitale e cultura aziendale.
La tecnologia è un mezzo, non un feticcio
La tecnologia non è il punto di partenza, è lo strumento per risolvere problemi concreti.
Questo è il mantra che Broggio ripete più volte, evidenziando una delle storture più diffuse nel mondo tech: partire dall’hype anziché dal bisogno reale.
Un caso esemplare: quando una partnership tecnologica fallì nel fornire una funzionalità chiave, fu proprio l’intelligenza artificiale – già esplorata in modo teorico dal team Innovation – a rivelarsi la soluzione perfetta per il riconoscimento documentale.
Non era un esercizio di stile, ma la risposta a un’esigenza reale. Ed è qui che l’AI diventa davvero utile.
Il digital wallet come nuovo paradigma di identità
Tra i temi più caldi toccati da Broggio, c’è il wallet digitale europeo previsto da EIDAS2.
Un’evoluzione radicale della gestione dell’identità online: non solo documenti personali digitalizzati, ma anche attributi qualificati come titoli di studio, merito creditizio, dati sanitari.
Il wallet sarà gestito dall’utente e interoperabile in tutta Europa. Una rivoluzione non solo tecnologica, ma sociale.
La modernizzazione bancaria: tra necessità e fragilità
Broggio non nasconde le difficoltà del settore bancario: sistemi core ancora basati su mainframe e Cobol, competenze rare, rischio di disruption.
Modernizzare non è un vezzo, è una questione di sopravvivenza. Ma farlo male espone a rischi enormi.
Le banche investono miliardi nella transizione, ma l’equilibrio tra continuità e innovazione è delicatissimo.
Cultura e lavoro ibrido: la modernizzazione passa anche da qui
Non esiste innovazione tecnica senza evoluzione culturale. La pandemia ha imposto il remote working, ma Broggio è lucido:
Serve equilibrio. Il full remote riduce l’empatia. La cultura aziendale vive anche nella pausa caffè.
La modernizzazione vera è fatta anche di relazioni, onboarding efficaci e team coesi.
AI come leva di produttività, non sostituto delle persone
Sul futuro del lavoro con l’AI, Broggio ha una posizione netta: non distruggerà l’occupazione, ma alzerà l’asticella.
L’AI è un assistente. Chi sa chiederle le cose giuste, verificare l’output e adattarlo, moltiplica la produttività.
Non si tratta più di essere dei guru del codice, ma di avere senso critico, visione e capacità di collaborazione.
Conclusione
L’innovazione, per essere tale, deve essere utile. In un mondo dove è facile lasciarsi sedurre dalla tecnologia fine a sé stessa, voci come quella di Marco Broggio aiutano a rimettere le cose in ordine: partire dai problemi, costruire soluzioni, e farlo con una cultura organizzativa matura.